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Cellule staminali


Le cellule staminali sono progenitori cellulari ad alto potenziale proliferativo in grado di auto rinnovarsi (cioè capaci di riprodurre cellule figlie uguali a se stesse) e di generare uno o più tipi cellulari specializzati (cioè capaci di dare origine a tutte le cellule specializzate che costituiscono vari tessuti ed organi).
La maggior parte delle conoscenze sulle cellule staminali adulte deriva da studi sul sistema emopoietico, che è il sistema del corpo umano deputato a generare e rigenerare le cellule del sangue, con una perdita e ricostituzione giornaliera di oltre un miliardo di cellule.
Le cellule staminali emopoietiche, appartengono alla categoria delle cellule staminali adulte/somatiche; sono presenti nel midollo osseo, nel sangue periferico e nel sangue cordonale.
Nel midollo osseo la percentuale di cellule staminali emopoietiche varia dal 1% al 3% della popolazione cellulare presente, nel sangue periferico da 0,01% a 0,1% e nel sangue cordonale da 0,1% a 0,04%.
Cellule Staminali da Cordone Ombelicale, sono cellule adulte che hanno la capacità di trasformarsi in tutte le cellule del sangue. Il campionamento è una manovra semplice, si raccolgono alla nascita, in occasione del parto sia naturale che cesareo, prelevando in sangue presente nel cordone appena reciso.
La procedura di prelievo è indolore e sicura sia per la madre che per il bambino, poiché avviene dopo il parto prima di procedere allo smaltimento del cordone.
Le cellule Staminali ematopoietiche ( cordonali ) contenute nel sangue del cordone ombelicale sono in grado di generare globuli bianchi, rossi, e piastrine esattamente come quelle del midollo osseo.
Se trapiantate, possono curare bambini e adulti affetti da gravi malattie come leucemie, linfomi, aplasie midollari, talassemie e alcune gravi carenze del sistema immunitario.
La comunità scientifica sconsiglia il prelievo del sangue nei casi di parti immaturi prima della 37° settimana di gravidanza. Il campionamento si effettua solo se in sala parto possono essere assicurati i massimi livelli assistenziali per la mamma e per il neonato.

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Uso appropriato delle cellule staminali del sangue del cordone ombelicale

Il termine cellule staminali emopoietiche si riferisce ad una popolazione cellulare in grado di dare origine a tutti gli elementi corpuscolati del sangue periferico (globuli rossi, globuli bianchi e piastrine). Queste cellule sono in grado di rigenerare l’ambiente midollare in tutti quei casi in cui esso è stato danneggiato in seguito a patologie (ad esempio aplasie midollari), esposizione accidentale a radiazioni ionizzanti o a trattamenti che mio-radioterapici per la terapia di patologie tumorali. Il trapianto di cellule staminali emopoietiche. Per trapianto si intende genericamente un intervento terapeutico che prevede la sostituzione di cellule, tessuti o organi danneggiati o malfunzinanti, con altri funzionanti, provenienti da un soggetto diverso (donatore). In particolare si parla di "trapianto di cellule staminali emopoietiche allogeniche" per indicare un trattamento terapeutico nel quale ad una che mio-radioterapia segue un infusione di cellule staminali emopoietiche prelevate da un donatore sano. Il trapianto di cellule staminali emopoietiche rappresenta una terapia salvavita consolidata s di grande successo per la cura di numerose e gravi malattie del sangue, anche se in questi ultimi anni le indicazioni terapeutiche sono state notevolmente ampliate.

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Le cellule staminali da cordone ombelicale

La difficoltà a reperire per alcuni pazienti un donatore anche nel registro internazionale, hanno spinto a ricercare fonti alternative di cellule staminali emopoietiche rispetto al midollo.
L’osservazione che il sangue contenuto nel cordone ombelicale contiene cellule staminali emopoietiche ha indotto una serie di studi e sperimentazioni, prima su animale e poi sull’uomo, che hanno confermato la possibilità di utilizzare il sangue prelevato dal cordone ombelicale come fonte alternativa di staminali emopoietiche a scopo trapiantologico.
In altre parole, le cellule staminali cordonali sono perfettamente in grado di ricostruire un trattamento radio-chemioterapico ad alte dosi.
Il primo trapianto di cellule staminali emopoietiche ottenute da sangue del cordone ombelicale venne effettuato nel 1988  in Francia.
( Gluckman E,et al: "Hematopoietic reconstitution in a patinet with Fanconi’s anemia by means of umbilical cord blood from an HLA-identical sibling" New Engl J Med, 321:1174, 1989.
Il sangue cordonale raccolto immediatamente dopo il parto consente di utilizzare in modo appropriato un elemento biologico la cui relativa immaturità immunologia consente, fra l’altro, di superare, ancorché relativamente, le tradizionali barriere di compatibilità permettendo di effettuare il trapianto anche tra soggetti non perfettamente compatibili, come invece è necessario per le staminali emopoietiche da adulto.

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Banche di conservazione del cordone ombelicale

Il numero delle banche di sangue cordonale è aumentato in questi ultimi anni molto rapidamente.
In tutto il mondo oltre 400.000 campioni sono stati criopreservati in oltre 100 banche.
L’unità di sangue cordonale, dopo la raccolta in sala parto, viene inviata alla banca, dove viene sottoposta ad una serie di controlli specifici per verificare l’idoneità alla conservazione e definire le caratteristiche  immunologiche finalizzate all’analisi della compatibilità fra donatore e ricevente.

In Italia, le banche di sangue cordonale, istituite esclusivamente all’interno di strutture pubbliche ospedaliere, svolgono la loro attività a livello nazionale. L’attività di conservazione autologa (a fini personale) del sangue cordonale viene svolto da banche private estere, istituto presente anche sul territorio nazionale o presso altri paesi extraeuropei, presso le quali è possibile conservare il sangue cordonale ad uso "personale". Ai fini della esportazione per uso autologo (personale), è consentito il prelievo del sangue cordonale nei punti nascita pubblici e privati. L’attività di conservazione autologa del sangue cordonale, indipendentemente dall’esistenza di condizioni patologiche in atto o potenziale, rappresenta una "assicurazione biologica" per il neonato.

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